Il percorso attraversa l’area del Monte Valestra e del Monte San Vitale, caratterizzata dalla presenza di bellissimi boschi con tanti fiori e ricchi di numerose specie di orchidee. Interessanti anche il castello di Carpineti e la presenza di rocce mammellonate, facendone un luogo di richiamo per turismo geologico.
Il percorso parte da un parcheggio a Valestra (Bivio via Monte Valestra / Via Cost’ Alta). Sul parcheggio c’è un gazebo con panchine e una fontanella. Al lato del parcheggio ci sono un distributore, un supermercato Sigma e un bar.
Usciamo dal paese dapprima su un breve tratto di strada asfaltata dove superiamo un forno. Passiamo la frazione Montelago e poco dopo finisce l’asfalto. Da qui seguiamo il CAI 618X che ci porta attraverso un bel tratto con foresta.
Percorriamo strade sterrate facili e non saliamo o scendiamo molto, quindi è molto facile. Superiamo alcune case (Fola di sotto e Fola di sopra) dove possiamo trovare dell’acqua potabile (fontana pubblica) e poco dopo raggiungiamo una specie di luogo di sosta dove ci sono delle vere e proprie amache che sembrano molto invitanti.
Quindi proseguiamo su un breve tratto asfaltato per poi deviare nuovamente su un bel sentiero nel bosco.
Da questo punto il nostro percorso diventa molto più avventuroso. Camminiamo sotto il Monte Vitale. Di tanto in tanto ci sono spazi aperti nella foresta, che a volte ci regala splendidi panorami. Ora andiamo su e giù molto di più, il che richiede un po’ più di sforzo fisico. Mentre ci avviciniamo al Castello di Carpineti percorriamo un breve tratto su quella che sembra essere una storica strada acciottolata. Poi superiamo una bella formazione di rocce mammellonate prima di arrivare al castello.
Castello di Carpineti
La rocca di Carpineti, eretta in posizione strategica sulla sommità di una dorsale che domina le valli del fiume Secchia e del torrente Tresinaro, fu residenza della contessa Matilde di Canossa, che vi accolse papa Gregorio VII (1077). La rocca fu occupata nel tardo medioevo dalle milizie di Morello Malaspina e nel 1513 vi si installò il celebre bandito Domenico Amorotto. L’antico maniero è tutt’ora sormontato dall’alto mastio. Tutt’attorno residui delle primitive costruzioni feudali, avanzi di cortine murarie e, particolarmente interessante, la chiesa romanica di S. Andrea. Le rocce su cui è costruito il castello mostrano le belle forme rotonde di cui possiamo vedere formazioni veramente impressionanti in diversi luoghi durante questa passeggiata.
Dal Castello continuiamo sul Sentiero Spallanzani (SSP) e faremo un tratto su un crinale in direzione est.
Perché si chiama Sentiero Spallanzani?
Lazzaro Spallanzani, perfetta esemplificazione dello scienziato del Settecento, uomo dai molteplici interessi e curiosità, capì una cosa importantissima: per studiare i fenomeni naturali non si doveva rimanere solo sui libri, o in laboratorio, ma si doveva uscire, osservare la natura, entrare in sintonia con essa; e a questo scopo, viaggiare, camminare. In quegli anni nasceva anche l’alpinismo europeo. Spallanzani usa le mani per arrampicarsi sulle Apuane, spinto da un insaziabile entusiasmo di conoscenza e si commuove di fronte allo spettacolo autunnale di un’estate che tarda ad andarsene mentre l’aria fredda dell’inverno soffia sul viso.
Era quindi inevitabile dedicare allo Spallanzani questo sentiero, che partiva da Scandiano (ora da Reggio Emilia), dove Spallanzani nacque, e attraversa tutte le fasce vegetazionali dell’Appennino reggiano, per concludersi a San Pellegrino in Alpe, sul crinale tosco-emiliano.
Le colline scandianesi sono il laboratorio per le sue prime osservazioni naturalistiche. Le salse del Regnano sono uno dei fenomeni da lui più studiati. Tutto l’Appennino è per lui terreno fertile per ricerche e osservazioni. La Garfagnana, oltre S. Pellegrino, è la meta di viaggi perigliosi in carrozza fino a Massa.
Camminando questo tratto sul Sentiero Spallanzani abbiamo un’ampia vista sull’Appennino e vediamo curiose forme erose nella roccia dagli agenti atmosferici. Ogni tanto passiamo rocce mammellonate, facendone un luogo di richiamo per turismo geologico. Su questa parte a volte dobbiamo arrampicare un po’ e in un punto è stata installata una brevissima corda di ferro
per facilitare il nostro passaggio (nulla di preoccupante, non servono attrezzi). Dopo aver goduto dello spettacolo di queste forme a volte piuttosto bizzarre arriviamo in una zona più boscosa e poco dopo teniamo la sinistra e iniziamo a scendere. Passiamo davanti ad un castagneto per poi arrivare al CAI 618 che andiamo a seguire nella direzione della Pieve di San Vitale ma prima di arrivare in quel luogo ci deviamo su un tratto di strada asfaltata in direzione Valestra.
Seguiamo questa strada tranquilla per circa un chilometro dove a volte abbiamo dei bei panorami. Proseguiamo poi su belle strade forestali che passano proprio sotto il Monte Valestra. In fine arriviamo a Valestra dove passiamo la parte storica e la chiesa prima di tornare al punto di partenza.