Facile passeggiata tra boschi, pianure aperte con bei panorami intervallati da affascinanti borghi. Il percorso è adatto anche per passeggiate in condizioni di bagnato.
Il percorso parte da un parcheggio nei pressi del borgo di Montecorone. Qui troviamo alcuni tavoli da picnic e acqua potabile.
Dopo un breve tratto su strada asfaltata svoltiamo a sinistra e attraversiamo una zona con castagneti. Ad un certo momento sulla sinistra abbiamo già una bella visuale della formazione del Sasso di Sant’Andrea. Poco più avanti l’ambiente si fa più aperto e si cammina sopra la valle del Torrente del Bignami. Questo è un tratto con ampi panorami e sulla destra in lontananza si scorge Zocca dall’altra parte della valle. Il paesaggio rimane così fino ad arrivare a Montombraro.
Montombraro
La prima menzione del castello di Montombraro risale al 1110. Dopo essere stato distrutto nella spedizione dei bolognesi del 1271, la sua area di appartenenza politica si spostò alternativamente dal comuni di Modena a quello di Bologna a causa della sua posizione di confine. Nel 1409 Niccolò III lo diede con altri castelli ad Uguccione dei Contrari che lo aggregò alla Podesteria di Savignano di cui segui le vicende politiche fino al 1797. Sull’antica area castellana sorge la vecchia chiesa parrocchiale, di epoca tardo trecentesca, a cui sono annessi un piccolo cimitero ed il campanile. La chiesa di S.Salvatore, sorta come nuova parrocchiale nel 1619, domina il centro storico che conserva il suo impianto originario.
La nostra camminata passa per il centro di Montombraro e include una deviazione per il centro storico e la chiesa di S.Salvatora. Dal piazzale vicino alla chiesa abbiamo una bellissima vista sul territorio circostante. Dentro e intorno al centro storico troviamo diversi rubinetti con acqua potabile. A Montombraro troviamo anche alcuni bar e ristoranti.
Usciamo dal paese e camminiamo per un po’ su una stradina asfaltata. Dopo un breve tratto vediamo sulla destra l’azienda agraria il Campazzo (che fa parte dell’istituto di istruzione agrario Spallanzani). In questo loco e stato inaugurato un generatore di vapore del distillatore industriale per l’estrazione degli oli essenziali a luglio 2021. Infatti siamo arrivati nella ‘Provenza’ zocchese: lungo la strada vediamo diversi campi di lavanda. Ogni anno a metà luglio c’è la Festa della lavanda a Montombraro.
Poco più avanti vediamo anche una razza speciale di mucche in una prateria sul lato sinistro della strada (Highland Aberdeen Angus).
Continuiamo la nostra facile strada su questo terreno leggermente in pendenza e passiamo Tizzano prima che l’asfalto finisca.
Tizzano (sec. XVI/XVII).
Probabile toponimo di epoca romana. La località presenta due abitazioni. La prima, cinquecentesca, mostra al piano terra un portale in cotto ad arco a tutto sesto e il balco d’accesso al piano superiore. La seconda, seicentesca, è addossata ad una torre del ‘500, con cornicione di colombaia e soffittino di gronda in mattoni disposti a denti di sega. Interessante il portale a strombo e la finestra in arenaria.
Poco dopo lasciamo l’asfalto e attraversiamo un bel pezzo di bosco che ci porta al Sasso di Sant’Andrea.
Sasso di Sant’Andrea.
Scarpata verticale di decine di metri di altezza, costituita da arenarie della stessa tipologia di quella dei Sassi di Roccamalatina (rocce sedimentarie di origine marina di 25 milioni di anni fa). Le particolari condizioni fisico-chimiche della rupe, dovute alla peculiare natura geomorfologia e alle rocce silicee, condizionano fortemente la vegetazione presente con specie di particolare interesse come l’erica arborea e il raponzolo montano, Phyteuma betonicifolium.
Sul e intorno al Sasso di Sant’Andrea è ricco di diversi tipi di felci. E nella stagione giusta, possiamo vedere migliaia di ciclamini.
Un facile sentiero ci porta in cima al Sasso e possiamo percorrerlo senza problemi. (Ma è ovviamente un posto dove tenere d’occhio i bambini.) Da questo punto abbiamo una vista formidabile. Dopodiché proseguiamo ancora un po’ in una zona boschiva prima di arrivare a Montecorone. Qui ci attende un’ultima salita per raggiungere la chiesa nella parte storica.
Montecorone
Il toponimo potrebbe derivare sia dal personale latino Coronius sia per la posizione al centro di una corona di monti. Nel 1279 viene citato un castello cinto da un muro di fortificazione; nel 1408 fu uno dei castelli donati dal marchese Niccolo III ad Uguccione dei Contrari che lo uni alla Podesteria di Savignano del marchesato di Vignola. La chiesa di Santa Giustina, nominata per la prima volta nel 1277, domina un borgo di impianto medioevale di notevole bellezza, contraddistinto da edifici in pietra decorati da portali di arenaria e finestre ad arco a sesto acuto e dal seicentesco oratorio di San Rocco.
Passata la chiesa scendiamo per il centro storico e poi torniamo al punto di partenza.
Qualche dettaglio in più:
Il percorso è ideato in senso antiorario.
Tempo impiegato: totale = 5 ore 22 minuti di cui in movimento = 2 ore 30 minuti.
Presenza di tavoli picnic: Al punto di partenza e a 3,5 e 8,7 km
Presenza di acqua potabile: Al punto di partenza e a 3,5 e 4,2 km dall’inizio.
Il percorso è molto facile dal punto di vista tecnico (non ci sono nemmeno tratti ripidi nel percorso).
Presenza di segnavia bianco-rosso:
CAI 422-1/SAS9: 0 > 1,2km
CAI 422a: 1,2 > 2,7 km
CAI 422-2: 2,7 > 3,5 km
CAI 422-1/SAS9: 4,2 > 5,0 e 6,3 > 8,4 km