Questo percorso abbastanza facile propone tre segmenti molto diversi: il primo attraverso un pezzo di bosco di querce con bellissimi fiori nel sottobosco in questo periodo (fine febbraio), compresi le bucaneve, poi un pezzo attraverso la valle dell’Idice e come ultima parte un passaggio su un’area di calanchi con una vista mozzafiata.
Il percorso include il Cammino di Sant’Antonio, la Passerella Idice, e la Via del Fantini.
A causa del tipo di fondo, questo percorso sarà sicuramente fangoso in alcuni punti in condizioni di bagnato. In queste circostanze, la difficoltà di qualificazione è di difficoltà medio.
Sconsiglierei a chiunque di percorrere il percorso se il terreno è molto bagnato.
Il percorso inizia al parcheggio nei pressi della grotta del Farneto. Troviamo un rubinetto al lato del parcheggio. Da qui camminiamo verso Casa Fantini, sede del Parco Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. In questa primissima parte, vicino a Casa Fantini, troviamo numerosi cartelloni con informazioni sulle grotte, la flora e la fauna della zona che andremo a visitare.
Superata la casa e dopo aver studiato tutte le informazioni, iniziamo la nostra vera e propria passeggiata. Raggiungiamo in breve un bivio dove possiamo svoltare a sinistra per vedere la grotta del Farneto. Ovviamente sono andato lì per dare un’occhiata, ma ho dovuto concludere che in realtà non c’è niente da vedere. Arriviamo ad un imponente cancello con l’annuncio che la grotta non è visitabili senza appuntamento con una guida autorizzata. Poiché il sentiero per la grotta è anche piuttosto ripido (e scivoloso), consiglierei semplicemente di non andarci.
Dopo aver visitato o meno la entrata della grotta si prosegue, ancora abbastanza in salita. Si attraversa ora un bosco prevalentemente di querce con nel sottobosco (fine febbraio) pungitopo, scilla, dente del cane, elleboro, bucaneve ecc. Queste piante bulbose sono rare e protette, quindi le lasceremo in pace e ci limiteremo a scattare solo le foto!
Dopo poco più di due chilometri dall’inizio il paesaggio cambia e si fa più aperto e spesso si intravede in lontananza la pianura Padana. I sentieri e le strade sterrate che abbiamo percorso fin’adesso lasciano il posto ad alcune strade asfaltate e iniziamo nettamente la nostra discesa verso l’Idice.
Una volta arrivati al torrente lo seguiremo attraverso la Passerella Idice. Ora percorriamo per un po’ la valle e vediamo intorno a noi sulle cime delle colline in lontananza un castello e talvolta una chiesa. Nelle parti inferiori della valle sono presenti numerose praterie. In questo tratto lungo l’Idice, il nostro percorso coincide con la ciclovia dei Gessi di Gaibola.
Percorriamo questo tratto estremamente facile lungo il torrente per circa tre chilometri dopodiché svoltiamo a destra. A questo punto si profilano in lontananza i Calanchi di Casola Canino.
Dal livello del torrente si sale abbastanza ripidamente su una strada sterrata accostando un campo con sottosuolo argilloso. Da questa parte troviamo numerose ginestre, che più avanti in primavera daranno un bel colore giallo al paesaggio. Questo tratto in salita ha tutte le caratteristiche per diventare uno scivolo molto difficile da affrontare in condizioni di bagnato. Fortunatamente stiamo parlando di un tratto di solo circa mezzo chilometro, dopodiché si attraversa una boscaglia e la situazione è già diversa.
Subito dopo questo pezzo di bosco arriviamo nei pressi di alcune case: Casola Canina. Poco prima di arrivare a queste case, c’è una colonnina sulla destra della strada sterrata con informazioni su Fantini e le Archille Scagliose.
Fantini e le Archille Scagliose.
Il paesaggio che si apre ai nostri occhi è caratterizzato dalle formazioni delle Argille Scagliose dei calanchi. Qui un tempo c’era il mare e gli antichi fondali marini (Eocene – Cretaceo) provenienti dal Bacino Ligure-Provenzale, a causa del movimento delle placche tettoniche africana ed europea, hanno dato origine a una traslazione sottomarina, provocando lo scivolamento a strati dei differenti sedimenti a scaglie.
La successiva azione dei fenomeni atmosferici li ha modellati ed erosi, evidenziando la presenza di molteplici minerali e fossili. Tra i numerosi ritrovamenti del Fantini, suscitano stupore i resti fossili di Cicadee, piante primitive simili alle palme, di cui un esemplare è esposto al Museo dei Botroidi a Tazzola, o le gigantesche Septarie le cui sezione meravigliose sono esposte al Museo Luigi Donini di San Lazzaro.
Questo è solo l’inizio del bellissimo panorama sui calanchi che vedremo durante la nostra passeggiata, perché da qui si continua e si gira intorno a Casola Canina per poi proseguire per un crinale proprio sui calanchi. Quindi abbiamo bellissime viste su entrambi i lati. Chi scrive ha percorso molti calanchi, e può assicurare a tutti che questo passaggio è uno dei più suggestivi. Questo anche perché il passaggio stesso è molto agevole, senza punti esposti.
Superata questa zona con i calanchi, la strada si allarga e ad un certo punto diventa asfaltata. Ciò che resta dopo è una parte molto facile con molti panorami fino a quando attraversiamo di nuovo l’ultimo pezzo di bosco vicino a Casa Fantini prima di tornare al punto di partenza.