Un itinerario nella bella zona intorno a Pavullo con i caratteristici boschi con arenarie. Una parte considerevole del percorso attraversa campi aperti, il che significa che abbiamo anche lunghi tratti con panorami mozzafiati.
Il percorso parte dal parcheggio di Piazza del Mercato a Montecenere.
Da qui percorriamo per pochi metri la via Pietro Giardini (SS12) prima di svoltare a destra in via Casine.
Questa è una stradina asfaltata che percorriamo solo per poche centinaia di metri prima di svoltare a sinistra su una strada sterrata.
Ora cominciamo a seguire un sentiero che ha la segnalazione bianco-rosso del CAI. È indicato con il numero 524, ma questo crea confusione perché c’è anche un percorso 524 a Monzone (che percorreremo più avanti). In ogni caso è un bel sentiero che attraversa un bosco di roverella e ad un certo momento passa davanti ad una sorgente (Acqua di Polla) dove è stato realizzato un bel posticino per picnic e possiamo trovare acqua potabile che è disponibile anche in questa stagione invernale.
Dopo circa un chilometro su questo sentiero usciamo dal bosco e attraversiamo un tratto di campi aperti da cui abbiamo bei panorami e se osserviamo da vicino possiamo vedere il Castello di Montecuccolo e la Rocca di Gaiato. Sullo sfondo vediamo la catena montagnosa dell’Appennino con la presenza predominante del Monte Cimone, attualmente (scritto a gennaio) con una bella cima bianca.
Poco dopo raggiungiamo il parcheggio antistante il Ponte Ercole, costruito per dare la possibilità di raggiungere a piedi il Ponte Ercole (= Ponte del Diavolo) con poca fatica. Da questo parcheggio al Ponte del Diavolo percorriamo una comoda strada sterrata e probabilmente incontreremo anche altri escursionisti.
Poco prima di arrivare al Ponte del Diavolo abbiamo alla nostra destra una bellissima arenaria. Se abbandoniamo per un momento il sentiero e la percorriamo, possiamo da quel punto godere di un bellissimo panorama. Chi scrive questo ha già visitato questo luogo alcune volte e ha notato che di solito c’è qualcuno che prende il sole. Sembra infatti un luogo molto suggestivo per fondersi con la natura e abbandonarsi a pensieri spirituali.
Misteri Modenesi – I segreti del Ponte del Diavolo.
Il Ponte del Diavolo è uno degli elementi naturali più inspiegabili del territorio modenese. Posto tra Pavullo e Lama Mocogno, il Ponte Ercole, o meglio il Ponte del Diavolo, nulla ha che vedere con un edificio infrastrutturale costruito dall’uomo. Infatti seppur la sua forma a ponte possa tendere una trappola, per la sua forma irregolare e la sua posizione in mezzo alla montagna, si tratta di un enorme monolite.
Il Ponte è alto 3 metri e lungo 33, rappresentando un’inspiegabile esempio di sviluppo della natura, tanto che i contadini montani credevano fosse opera del Diavolo. La roccia arenaria immersa in una fitta boscaglia è stata modellata a forma di arco dall’erosione e dagli agenti atmosferici, permettendo la sua percorribilità per la sua lunghezza, ma attenti a dove andate.
Infatti secondo la leggenda infilare la testa nel foro si trova in una delle protuberanze richiamerà il Diavolo che vi decapiterà. Quindi, siete avvertiti…..
Perché il ponte prende il nome dal Diavolo? Secondo la leggenda un agricoltore della zona più bassa della montagna, che doveva percorrere ogni giorni un lungo tragitto per evitare un fiume, chiese al Diavolo di costruirgli un ponte in cambio della sua anima. Satana accettò e raggiunta la vetta della montagna portò pian piano giù il monolite, ma arrivato nel luogo in cui si trova oggi vide una sabba di streghe e fu tanto preso dalla musica che non si accorse che era arrivata l’alba. Visto il Sole dovette fuggire lasciando lì il ponte.
(Fonte: https://www.modenatoday.it/cronaca/misteri-modenesi-ponte-del-diavolo-pavullo-frignano-appennino.html )
Accanto al Ponte del Diavolo troviamo ben tre tavoli da picnic, di cui uno in baita (finanziato dal Programma Regionale Leader + dell’Emilia Romagna), così da poterci sedere all’asciutto anche quando piove. Molte persone non possono resistere alla tentazione di camminare sul monolito. Chi scrive pensa che sia sconsigliabile. Primo perché è irrispettoso e può causare danni alla delicata struttura del monolite e poi anche perché non è certo una bella esperienza cadere da esso e finire al pronto soccorso.
Superato il Ponte del Diavolo, percorriamo dapprima un tratto abbastanza pianeggiante che ci conduce in un bosco in cui spicca la presenza di pioppo tremulo, erica, ginepro e ginestra.
In primavera il sottobosco della foresta fiorirà sicuramente in modo spettacolare in alcuni punti.
Mentre ci avviciniamo a Monzone, a quasi sei chilometri dall’inizio, arriviamo ad un tratto in cui scendiamo abbastanza ripidamente. Da questo punto la qualità del sentiero non è proprio buona. Di conseguenza, questa discesa è leggermente più difficile da affrontare che il resto di questa passeggiata. Fortunatamente, è solo un breve tratto di circa un chilometro. Prima di arrivare a Monzone attraversiamo una piccola valle con un ruscello dove ci sono due piccoli guadi. In primavera sarà bellissimo qui con tanti fiori. Dopo i guadi saliamo a Monzone su un sentiero pavimentato.
Monzone
Nonostante la sua posizione isolata il borgo fortificato di Monzone godette nel Medioevo di una notevole importanza militare e fu più volte al centro della lotte tra le parti che si contendevano il dominio sul Frignano. Raccolto ai piedi del castello, di cui rimane solo la torre ora adibita a campanile, il paese si caratterizza per le stretti viuzze che si aprono improvvisamente in piccole piazze e cortili. La chiesa conserva sull’altare maggiore un’ancona in arenaria di pregevole fattura datata 1517, dove l’immagine di san Giorgio, protettore del paese, è contornata da una cornice in cui sono rappresentati animali, frutti e fiore tipici ell’Appennino. Nella parte inferiore due cherubini affrontati reggono il calice sopra la porticina del tabernacolo, ai cui lati sono due fori rotondi in cui i fedeli infilavano biglietti con le loro suppliche. Al centro del paese si trova l’edificio trecentesco che fu per qualche tempo la sede del Consiglio del Comune Federale del Frignano e dove furono emanati gil Statuti del 1337-1342. Portali e finestre sono ornati da caratteristici simboli e stemmi. Ci sono anche alcuni punti d’acqua splendidamente decorati dove le persone vengono a riempire le loro bottiglie.
Appena dopo Monzone passiamo davanti all’Agriturismo Casa Minelli. Sembra che qui sia possibile mangiare, ma anche dormire (Tel: 053641580 – Email: info@agriturismocasaminelli.it ). Per chi prova questa struttura, lascia un commento con una valutazione.
Da Monzone seguiamo la Via per Montecenere per tornare al punto di partenza. Questa è una strada asfaltata molto tranquilla. Lungo questo ultimo tratto abbiamo a sinistra quasi sempre dei bei panorami sulla vallata del Torrente Scoltenna con alle spalle la catena degli Appennini mentre che a destra vediamo i bellissimi boschi attraverso i quali abbiamo camminato in precedenza in questa escursione.
Poco prima di tornare a Montecenere passiamo un luogo con una piccola cascata e alcune arenarie che è un bel saluto a questa passeggiata. Se osserviamo da vicino la segmentazione di quest’ultima arenaria, sembra che si possa trovare una spiegazione per la formazione del monolite del Ponte del Diavolo.