Fino ad ora, camminare in questa zona non era sempre facile perché i sentieri escursionistici a volte erano piuttosto trascurati. Ora invece c’è una serie di bei sentieri escursionistici, soprattutto nelle vicinanze di Castelletto, Tiola e Savigno. Ci sono ben 7 percorsi a piedi e 2 percorsi per MTB.
Tutto questo grazie ad un progetto in divenire realizzato grazie alla sinergia tra Proloco di Castello di Serravalle, Proloco Savigno, Proloco Bazzano, Proloco Crespellano, Proloco Monteveglio, Polisportiva Valsamoggia e Valsabike.team e con la collaborazione di CAI Bologna Ovest e Soccorso Alpino e Speleologico Emilia-Romagna.
Quindi un grande complimento a queste organizzazioni.
Il percorso parte da un parcheggio in località Rio Cà de’ Fabbri. In questo luogo ci sono delle panchine e un rubinetto (l’acqua è disponibile solo in estate). Da qui prendiamo una stradina verso il torrente Samoggia e seguiamo il sentiero omonimo. Lungo il torrente c’è un bellissimo lembo di bosco in cui si possono già vedere molti fiori. Al momento (prima metà di marzo) c’è anche acqua nel torrente, fenomeno raro.
Attraversiamo due volte il Samoggia (su ponti) e arriviamo a Tintoria. Il nostro percorso, la S6, segue per un tratto la strada principale (meno di 200 metri) e poi riporta verso il Samoggia.
Percorriamo ora un bel tratto che corre sotto il Monte Specchio (che si trova dall’altra parte del torrente). A volte sembra che stiamo attraversando terreni privati, ma dal momento che stiamo seguendo un percorso pubblicato, possiamo presumere che non è un problema.
Riattraversiamo la strada principale e ora saliamo attraversando una bella zona di calanchi. Man mano che saliamo più in alto, otteniamo viste sempre più belle. Ci sono aree con molte ginestre, il che significa che a maggio sarà molto bello passare da queste parti.
Lasciamo il percorso S6 e ora seguiremo un secondo anello basato sul S5 e un breve tratto del S4.
Questa parte del nostro percorso gira praticamente intorno a Tiola. Ci sono tratti con bellissimi sentieri che sembrano essere stati costruiti appositamente per la rete “sentieri ValSamoggia”. Oltrepassiamo l’antico insediamento Lama e abbiamo bei panorami sui calanchi, ma anche su pianure con praterie con alle spalle i monti dell’Appennino. Nei pressi della chiesa di Tiola ci sono ben due aree picnic, ideali per un pranzo a sacco.
Tiola e dintorni
Tornati sulla S6, quindi il primo anello del percorso, prendiamo un sentiero che segue praticamente il fianco della collina in quota continua. Attraversiamo una zona con molte ginestre e abbiamo dei bei panorami. Poco oltre si arriva ad una strada sterrata che in passato era probabilmente il collegamento con Maiola. Arriviamo a Maiola, che ora è costituita solo da una chiesa e da un cimitero.
Da qui seguiamo una stretta strada asfaltata fino al punto di partenza. Quest’ultimo tratto ci porta davanti a imponenti formazioni di calanchi.
Calanchi
Il paesaggio dei calanchi è dovuto alla successione di piccole valli e creste erose nell’argilla. L’azione delle acque, specialmente quelle di dilavamento durante le piogge, è la principale responsabile dell’aspetto, a volte suggestivo, di queste rocce. Dove la vegetazione si è insediata e nelle valli ai piedi delle creste calanchive, si è sviluppato il bosco o l’uomo ha impiantato le sue colture.
La flora dei calanchi è composta di specie pioniere, rustiche e resistenti alla povertà del suolo argilloso, principalmente erbe tra cui diverse graminacee, il vilucchio, la carota selvatica, la sulla con i suoi caratteristici fiori rossi e in questa stagione (ottobre – novembre) l’astro spillo d’oro. In primavera ci sono numerose specie di orchidee. Tra gli arbusti vanno ricordati l’olivello spinoso, le rose selvatiche ed i rovi, mentre tra gli alberi è presente la roverella. Intorno a Tiola, dove il suolo è più fresco per la presenza di sabbie, compaiono anche i carpini ed i castagni. Sulle erbe semi-aride dell’estate troviamo l’ambiente adatto a grilli e cavallette il cui canto è parte di questa stagione. Tra gli uccelli è presente la starna, il fagiano, l’averla caporosso che infilza le sue prede sugli spini usati come dispensa e il culbianco. La passeggiata dei calanchi consente di visitare un ambiente ricco di situazione naturali che nel contrasto tra l’arido delle creste argillose, le pozze stagnanti ed il fresco dei boschi trova il suo fascino paesaggistico.