Un percorso vario con molta foresta, ma anche parti con splendidi panorami. Il paesaggio è a tratti piuttosto inospitale con passaggi lungo imponenti arenarie. Quindi non sorprende che questa sia una zona dove non passano molte persone e dove regna il silenzio della natura!
Il punto di partenza del percorso è dal parcheggio accanto al cimitero di Vedegheto. Da qui camminiamo in direzione della chiesa e per prima cosa seguiamo un breve tratto di strada asfaltata. Poco dopo la chiesa passiamo davanti all’osteria il Portone (+39 340 145 2100) dove a giudicare dalle recensioni si può mangiare abbastanza bene (non l’ho provato io stesso).
La strada si trasforma presto in una strada sterrata e poiché non stiamo ancora camminando nel bosco abbiamo una ampia vista sulla valle del Torrente Venola. Dall’altra parte della valle vediamo l’imponente vetta del Monte Vignola. Dopo quasi due chilometri arriviamo all’inizio di una prima salita più seria e il sentiero diventa un po’ più difficile da percorrere. A questo punto abbiamo già passeggiato nella foresta per un po’ e seguiamo principalmente sentieri forestali. Occasionalmente superiamo un breve tratto con parecchi sassi, che poi sarà così anche durante il resto del percorso. Questa prima metà del percorso è sempre sul versante nord del crinale del Monte Radicchio, quindi rimaniamo sempre in un ambiente boscoso. La varietà su questo tratto è garantita dalla presenza di un bosco di castagne e di una bellissima arenaria che attraversiamo. In questa zona troviamo una ricca presenza del raro millefoglio giallo e di fiordaliso di Trionfetti.
Dopo cinque chilometri raggiungiamo un crinale delle pendici del Monte Radicchio. Da lì proseguiamo sul lato sud e la vegetazione è più secca e aperta.
Percorriamo un sentiero del CAI che lasciamo brevemente poco prima della vetta del Monte Radicchio. Noi andiamo oltre la vetta, mentre il percorso del CAI gira proprio intorno. Il percorso è un po’ più difficile in questo modo, ma cosi camminiamo su un bel tratto di crinale e abbiamo una splendida vista. Passiamo anche alcune popolazioni di dittamo su questo sentiero sopra la cima.
Dittamo.
Si tratta di un piccolo arbusto, latifoglie e caducifoglie, di 30–100 cm di altezza, fortemente aromatica e ricoperta di ghiandole secernenti sostanze irritanti per la pelle. La fioritura avviene normalmente tra maggio e giugno. I fiori, 4–5 cm di diametro, riuniti in un racemo apicale, hanno quattro petali rivolti verso l’alto ed uno verso il basso.
Distribuzione e habitat
È una pianta presente in Europa, nelle zone temperate dell’Asia, in Siberia e in Caucaso. In Italia è una pianta abbastanza rara: la si rinviene nei boschi assolati e aridi, a quota collinare, dove di solito prosperano querce e castagni. Vegeta tra radure e cespugli o ai margini dei sentieri, ed è diffusa negli habitat adatti di tutta la penisola italiana. (fonte: Wikipedia).
Poco più avanti torniamo sulla rotta del CAI e continuiamo a seguirla per il momento. Il tratto che viene dopo conduce oltre un certo numero di aree con impressionanti formazioni di arenaria. Questi sono sempre fiancheggiati da foreste, regalandoci molti bei panorami. Da questa parte ci sono anche molte ginestre che hanno un profumo meraviglioso (fine maggio).
Dopo quasi 7 chilometri iniziamo la discesa e ci troviamo di nuovo sul lato nord della formazione montuosa. Il bosco di consequenza è diverso il che è sottolineato dal fatto che passiamo quasi subito attraverso un bel castagneto. Soprattutto all’inizio scendiamo abbastanza ripidamente e poiché ci sono anche alcune pietre sul sentiero dobbiamo esercitare la necessaria cautela.
Fortunatamente, questo è solo un breve tratto dopo il quale camminare è molto facile.
Dopo un po’ passiamo davanti ad alcune case, I Piani, dopo di che lasciamo il bosco. Poi camminiamo facilmente attraverso un tratto con campi aperti fino al nostro punto di partenza.