Una passeggiata tra i boschi, campagna, su un lungo tratto di crinale con molti scorci e davanti un castello molto bello. Da segnalare anche la presenza di rocce mammellonate.
Il percorso parte dal parcheggio sul Largo Alpini a Carpineti, che si trova a due passi dal centro del paese. Il centro intorno al municipio merita una visita. Al lato del municipio c’è un mercato settimanale il mercoledì, il che lo rende ancora più accogliente. Inizialmente il nostro percorso segue l’antica Via Matildica del Volto Santo. È un cammino lungo 285 chilometri che collega due città WH Unesco, Mantova e Lucca, passando per Reggio Emilia. Porta dalle Pianure del Po, attraversando l’Appennino Tosco Emiliano, alle valli della Garfagnana. Si tratta di un cammino crocevia tra Europa e mediterraneo che portava i pellegrini a venerare il Volto Santo di Lucca, il celebre crocifisso databiletra l’VIII e il IX secolo (Non preoccupatevi, noi andiamo solo percorrere un tratto di pochi chilometri).
A poche centinaia di metri dalla partenza giungiamo ad un bivio dove è indicata il Big Bench (la Panchina Gigante). Ciò suggerisce che è nelle vicinanze, ma non è cosi. Proprio come le proporzioni della panchina qui la scala della distanza è sproporzionata…… A quel punto noi svoltiamo a destra e poi percorriamo un breve tratto asfaltato prima di attraversare un bel pezzo di bosco che si allunga sui fianchi del crinale tra il Monte Bauzola e il Monte Fosola. Dopo quasi 4 chilometri dall’inizio abbandoniamo il bosco e attraversiamo un’area agricola che offre numerosi panorami. La più impressionante è una vista mozzafiato sulla Pietra di Bismantova (6 km dall’inizio). Da questo punto seguiamo per un po’ il percorso per la Panchina Grande. In questo punto il sentiero diventa piuttosto largo e saliamo ripidamente (ma anche facilmente) prima di raggiungere la cima del Monte Fosola dove è collocata la Panchina Grande.
Il Big Bench Community Project
Dalle Grandi Panchine di Chris Bangle, ormai un’attrazione simbolo dell’Alta Langa, nasce l’iniziativa BIG BENCH COMMUNITY PROJECT (BBCP) per sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste installazioni fuori scala. BBCP è un’iniziativa no profit promossa dal designer americano insieme alla moglie Catherine, cittadini di Clavesana dal 2009, per unire la creatività del team di designer della Chris Bangle Associates S.r.l. alle eccellenze artigiane di quest’area del Piemonte. Le attività del BBCP – a carattere esclusivo senza fini di lucro – prevedono sia il supporto tecnico a chi vuole costruire una nuova Grande Panchina ufficiale, sia la collaborazione con le eccellenze dell’artigianato locale per realizzare prodotti a esse ispirati, che possano dare un piccolo contributo all’economia e al turismo locali, nel segno dello spirito positivo che le Grandi Panchine portano in questa zona.
Una parte del ricavato di ogni vendita, come le donazioni fatte da chi realizza una nuova panchina, sarà devoluta dal BIG BENCH COMMUNITY PROJECT ai Comuni coinvolti e destinata a sostegno delle comunità locali.
(fonte: https://bigbenchcommunityproject.org/ )
Chi scrive è del parere che la natura in quanto tale debba essere lasciata in pace e che un panchina gigante di colore rosso vivo non fa che turbare l’armonia. La promozione del turismo rurale si potrebbe fare molto meglio realizzando piccole strutture come panchine, tavoli da picnic, semplici pensiline di rifugio e infine parcheggi per escursionismo in punti strategici sparso sul territorio.
Ciò consentirebbe di fare camminate a persone non eccessivamente sportive, ma che vogliono principalmente stare all’aria aperta.
Dal monte Fosola proseguiamo sul sentiero Spallanzani fino al Castello di Carpineti, il quale vi si congiunge con l’antica Via Matildica del Volto Santo.
Su questo stesso tracciato sul crinale, il comune di Carpineti, a mio avviso anche un comune virtuoso in relazione al turismo rurale, ha tracciato il percorso Dorato di cui ci imbattiamo in alcuni pannelli esplicativi lungo il percorso.
Perché si chiama Sentiero Spallanzani?
Lazzaro Spallanzani, perfetta esemplificazione dello scienziato del Settecento, uomo dai molteplici interessi e curiosità, capì una cosa importantissima: per studiare i fenomeni naturali non si doveva rimanere solo sui libri, o in laboratorio, ma si doveva uscire, osservare la natura, entrare in sintonia con essa; e a questo scopo, viaggiare, camminare. In quegli anni nasceva anche l’alpinismo europeo. Spallanzani usa le mani per arrampicarsi sulle Apuane, spinto da un insaziabile entusiasmo di conoscenza e si commuove di fronte allo spettacolo autunnale di un’estate che tarda ad andarsene mentre l’aria fredda dell’inverno soffia sul viso.
Era quindi inevitabile dedicare allo Spallanzani questo sentiero, che partiva da Scandiano (ora da Reggio Emilia), dove Spallanzani nacque, e attraversa tutte le fasce vegetazionali dell’Appennino reggiano, per concludersi a San Pellegrino in Alpe, sul crinale tosco-emiliano.
Le colline scandianesi sono il laboratorio per le sue prime osservazioni naturalistiche. Le salse del Regnano sono uno dei fenomeni da lui più studiati. Tutto l’Appennino è per lui terreno fertile per ricerche e osservazioni. La Garfagnana, oltre S. Pellegrino, è la meta di viaggi perigliosi in carrozza fino a Massa.
Questo passaggio al Castello di Carpineti passa quasi interamente sopra un crinale. Attraversiamo un bellissimo pezzo di natura con viste multiple. In primavera (aprile – maggio) troviamo un’ampia varietà di orchidee su questo tratto. E anche adesso (inizio Marzo) troviamo nel sottobosco piante rare come il dente di cane.
Nell’ultima parte di questo passaggio sul crinale, nelle vicinanze del castello, vediamo curiose forme erose nella roccia dagli agenti atmosferici. Ogni tanto passiamo accanto a rocce mammellonate e rocce con altre forme piuttosto bizzarre, facendone un luogo di richiamo per turismo geologico.
Castello di Carpineti
La rocca di Carpineti, eretta in posizione strategica sulla sommità di una dorsale che domina le valli del fiume Secchia e del torrente Tresinaro, fu residenza della contessa Matilde di Canossa, che vi accolse papa Gregorio VII (1077). La rocca fu occupata nel tardo medioevo dalle milizie di Morello Malaspina e nel 1513 vi si installò il celebre bandito Domenico Amorotto. L’antico maniero è tutt’ora sormontato dall’alto mastio. Tutt’attorno residui delle primitive costruzioni feudali, avanzi di cortine murarie e, particolarmente interessante, la chiesa romanica di S. Andrea. Le rocce su cui è costruito il castello mostrano le belle forme rotonde di cui, come già detto, possiamo vedere formazioni veramente impressionanti in diversi luoghi durante questa passeggiata.
Intorno al castello ci sono diversi tavoli da picnic e c’è una vista fantastica. C’è anche un ristorante.
Ristorante del Castello Via Castello delle Carpinete, 26 – Carpineti (RE)
info@castellodellecarpinete.it
tel 0522 160 7930
Dopo il castello si scende a Carpineti per l’antica Via Matildica del Volto Santo. Quest’ultimo tratto passa attraverso un bel pezzo di bosco.