Fino a un anno o due fa, camminare in questa zona non era sempre facile perché i sentieri escursionistici a volte erano piuttosto trascurati. Ora invece c’è una serie di bei sentieri escursionistici, soprattutto nelle vicinanze di Castelletto, Tiola e Savigno. Ci sono ben 7 percorsi a piedi e 2 percorsi per MTB.
Tutto questo grazie ad un progetto in divenire realizzato grazie alla sinergia tra Proloco di Castello di Serravalle, Proloco Savigno, Proloco Bazzano, Proloco Crespellano, Proloco Monteveglio, Polisportiva Valsamoggia e Valsabike.team e con la collaborazione di CAI Bologna Ovest e Soccorso Alpino e Speleologico Emilia-Romagna.
Quindi un grande complimento a queste organizzazioni.
Questo percorso combina il meglio dei diversi percorsi escursionistici. Dopo averne provato la maggior parte, ho creato una combinazione del S2, S3 S5 e S6. Il risultato è un bellissimo percorso vario con boschi, borghi, calanchi e tanti panorami. In primavera c’è anche una bella fioritura di orchidee e ginestre in questa zona. E tutto questo nelle prime colline bolognesi.
La passeggiata parte da un parcheggio in località Castelletto, in via dell’Agricoltura. Percorriamo un breve tratto per un parco cittadino per poi arrivare al S2, il sentiero delle Cento Querce, che seguiamo. Poco dopo questo diventa un sentiero sterrato attraverso un viottolo in una zona con molte querce. Qui si chiama Cento Querce, e sarà da qui che deriverà il nome della via.
Poco oltre arriviamo in una zona con bei calanchi. C’è un avviso che ci sono tratti esposti. Ma questo in seguito si rivelerà piuttosto esagerato. Non camminiamo mai veramente vicino agli burroni, quindi c’è nulla di cui preoccuparsi.
Calanchi
Il paesaggio dei calanchi è dovuto alla successione di piccole valli e creste erose nell’argilla. L’azione delle acque, specialmente quelle di dilavamento durante le piogge, è la principale responsabile dell’aspetto, a volte suggestivo, di queste rocce. Dove la vegetazione si è insediata e nelle valli ai piedi delle creste calanchive, si è sviluppato il bosco o l’uomo ha impiantato le sue colture.
La flora dei calanchi è composta di specie pioniere, rustiche e resistenti alla povertà del suolo argilloso, principalmente erbe tra cui diverse graminacee, il vilucchio, la carota selvatica, la sulla con i suoi caratteristici fiori rossi e in questa stagione (ottobre – novembre) l’astro spillo d’oro. In primavera ci sono numerose specie di orchidee. Tra gli arbusti vanno ricordati l’olivello spinoso, le rose selvatiche ed i rovi, mentre tra gli alberi è presente la roverella. Intorno a Tiola, dove il suolo è più fresco per la presenza di sabbie, compaiono anche i carpini ed i castagni. Sulle erbe semi-aride dell’estate troviamo l’ambiente adatto a grilli e cavallette il cui canto è parte di questa stagione. Tra gli uccelli è presente la starna, il fagiano, l’averla caporosso che infilza le sue prede sugli spini usati come dispensa e il culbianco. La passeggiata dei calanchi consente di visitare un ambiente ricco di situazione naturali che nel contrasto tra l’arido delle creste argillose, le pozze stagnanti ed il fresco dei boschi trova il suo fascino paesaggistico.
Questo primo tratto lungo i calanchi passa sopra una specie di crinale. Di tanto in tanto attraversiamo un pezzo di bosco e abbiamo la vista di un’altra vallata, quella del torrente Ghiaietta. Sulle colline che lo costeggiano ci sono molti vigneti. In questo tratto si attraversano campi con un’abbondante presenza di orchidee, in particolare l’orchide maggiore (inizio maggio). Queste piante sono protette. È quindi ASSOLUTAMENTE VIETATO RACCOGLIERLI!
Questo alla fine ci porta a Tiola, dove troviamo due aree picnic vicino alla chiesa. C’è anche l’acqua nel cimitero (inverno – no) quindi è un ottimo posto per un pranzo a sacco. Superata la chiesa si prosegue su un sentiero naturalistico che scende abbastanza ripidamente, ma ci sono dei gradini dove necessario, quindi non è proprio difficile percorrerlo.
Questo sentiero conduce a Lama.
Lama.
Lama è un antico insediamento dotato di una fontana e di un lavatoio, composto da abitazioni rurali tutte della stessa tipologia, con l’ingresso al primo piano, ancora oggi conservate pressoché intatte nella struttura originale. Questo nucleo agricolo, posto al di sotto della collina di Tiola, è interessante sopratutto per la disposizione e l’aggregazione degli edifici, che corrisponde in gran parte con quella riportata nel Catasto Gregoriano del 1825.
“Lama” è un toponimo ampiamente diffuso in età altomediovale, che indica la presenza di stagni e sorgenti, o più in generale luoghi particolarmente ricchi di acque. Nei campi circostanti sono ancora osservabili siepe di confine e “piantate”, costituite da filari di vite sostenuti da alberi da frutto, alternati a campi coltivati.
Da Lama si superano alcuni campi agricoli per poi arrivare alla valle del Torrente Samoggia. Adesso il nostro percorso segue un sentiero molto panoramico con una bella vista sulla vallata in quanto rimane ad una certa quota sul ciglio della valle. Il sentiero termina infine alla chiesa di Maiola.
Dopo Maiola il percorso segue una stretta strada asfaltata senza auto. Vediamo alcuni vigneti intorno a noi e abbiamo una bellissima vista sui tanti calanchi che ci circondano.
La nostra strada scende notevolmente ed entriamo in una valle. Dopo un po’ l’asfalto diventa sterrato ma sempre di buona qualità, quindi camminare è abbastanza facile. Dopo circa 2,5 km da Maiola arriviamo ad una tartufaia e poco dopo ad un bivio dove svoltiamo a sinistra su una strada forestale. A questo bivio dobbiamo attraversare un piccolo fosso. Ora andiamo a salire fuori dalla valle sull’altro versante. Il sentiero conduce attraverso una area di natura incontaminata con splendidi panorami, che alla fine ci porta in un campo. Lì la segnaletica non è così chiara, e in seguito quasi inesistente, ma si tratta semplicemente di seguire il bordo del campo a valle.
Presto arriviamo ad una fattoria, dopodiché è facile ritrovare la strada. Poi c’è ancora un breve tratto fino a tornare al punto di partenza.