Questo percorso molto vario visita due bellissime grotte: la Grotta di Labante e le Grotte di Soprasasso. Tutto questo in un contesto prevalentemente boschivo e solitamente su sentieri forestali a volte abbastanza avventurosi. Ci sono parecchi saliscendi e i panorami non mancano di certo! È necessaria una condizione fisica adeguata.
Un altro punto interessante di questo percorso è il bellissimo ambiente naturale con una ricca varietà di orchidee e altre piante protette.
Il percorso inizia dal parcheggio in prossimità della chiesa di San Cristoforo di Labante (Via Val d’Aneva – Castel d’Aiano). Da lì arriviamo subito alle Grotte di Labante. Si tratta della più grande grotta primaria nei travertini d’Italia, fenomeno geologico naturale quantomai bizzarro e singolare. La sorgente di San Cristoforo di Labante, frequentata fin dall’antichità, è all’origine dell’imponente deposito calcareo di roccia travertinosa, nel quale si è formato un complesso di grotte primarie da tempo noto e studiato, con rupi stillicitose e una spettacolare cascata. Intorno alla grotta troviamo una ampia zona di ricreazione con tavoli da picnic e acqua potabile. Maggiori informazioni sulle grotte nel link in fondo al testo.
Passato le grotte, il percorso si snoda intorno al torrente Aneva per quasi quattro chilometri. In questa prima parte attraversiamo prevalentemente aree aperte ad uso agricolo intervallate da pezzi di bosco.
Passiamo anche il Mulino di Santa Stefano dove dobbiamo attraversare l’Aneva (1,5 km dall’inizio). Nel passato c’era un ponte in questo luogo, ma ora è completamente scomparso. Quindi non c’è altra opzione che togliersi le scarpe e guadare il torrente. (Ma se l’acqua non è troppo alta, è possibile anche camminare sui sassi presenti nel letto del torrente, almeno per i veri avventurieri!)
Poco prima di Povolo costeggiamo un ruscello. In questo tratto il percorso CAI 162 è modificato e reso molto più attraente. Dopo Povolo attraversiamo ancora una volta l’Aneva (stavolta con un ponticello) dopo di che seguiamo il torrente per un altro po’ prima di tenere sinistra e salire un ripido pendio attraverso un bel castagneto.
Arriviamo ad una strada asfaltata e la attraversiamo, dopo di chè seguiamo ancora il CAI 162, fino alla Maestà di Palazzo d’Affrico. Da questo punto seguiremo il sentiero per le Grotte di Soprasasso.
il sentiero per le Grotte di Soprasasso
Questo non è un percorso CAI e non è indicato con strisce rosse bianche ma con macchie rosse sugli alberi (in modo piuttosto allegre). Anche se qui passano parecchi escursionisti, questo percorso non è indicato sulle varie mappe che ho consultato. Questo perché il percorso è stato creato da volontari non molto tempo fa e quindi non ha uno status ufficiale. É quindi assolutamente sconsigliabile percorrere questo sentiero con una mappa tradizionale. Il sentiero non è sempre facile da trovare e ci imbattiamo in alcuni tratti in cui camminiamo lungo abissi abbastanza profondi. Poiché questo è in una zona con alberi e il percorso è di una qualità abbastanza buona, questo certamente non causerà problemi in condizioni di asciutto.
Dopo di aver seguito questo percorso per più o meno un chilometro arriviamo alle grotte del Soprasasso. Queste sono formate dall’erosione da parte dell’acqua e del vento. Vediamo forme mozzafiato nelle rocce e abbiamo una splendida vista sulla valle del Reno e sull’Appennino. Alcune persone che hanno visitato questo luogo descrivono le grotte come una sorta di paesaggio lunare.
Chi scrive questo testo è adesso stato per la seconda volta alle grotte di Soprasasso. L’altra volta è stata nell’ottobre 2021. Quindi il sentiero era appena stato terminato e le grotte erano in ottime condizioni. Questa volta c’erano orribili graffiti in vari posti e parecchi nomi erano stati incisi sulle pietre intorno alle grotte. In questo modo, questo luogo perderà presto la sua attrattiva, e ovviamente non possiamo aspettare qualche migliaio di anni perché il vento e l’acqua erodano di nuovo le lettere. QUINDI LASCIA ASSOLUTAMENTE IN PACE LE PIETRE E LE GROTTE!!!
Oltre le grotte iniziamo di nuovo una discesa, prima attraverso una foresta con un suggestivo sottobosco di Pungitopo, poi attraverso castagneti. Il sentiero è più facile in questa discesa che nel tratto antistante le grotte. Per facilitare il passaggio, è stata scolpita una scala nelle pietre ed è stata installata una corda. Di conseguenza, da questo lato il percorso verso le grotte è stato reso accessibile a tutti.
Poco dopo aver superato una prima casa, il sentiero per Riolo svolta a destra, mentre noi proseguiamo diritti.
Più avanti vediamo alcune altre case (Precaria Vergato) e il monumento a Milton Sils.
Da qui il percorso prosegue su una strada sterrata, ora nuovamente in salita. Subito dopo il monumento c’era un pezzo della tipica plastica arancione accanto alla strada che indicava che c’era un cantiere e che non si poteva proseguire. Era stato però completamente smontato e dava l’impressione che fosse lì o per un cantiere fantasma o per un cantiere mai stato avviato seriamente, quindi qualcosa che non presentava ulteriori problemi. Poche centinaia di metri più avanti c’era proprio un tale pezzo di plastica vicino alla strada, anche questa volta completamente smontato (quindi fine cantiere). Sfortunatamente, è sempre possibile che un percorso da qualche parte viene improvvisamente chiuso, quindi questo fatto va comunque preso in considerazione.
Dopo questo, il percorso prosegue per un po’ su una stradina (più o meno) asfaltata molto stretta (su cui nessuno sembra mai passare) prima di scendere attraverso un bel bosco verso l’Aneva.
Attraversiamo per l’ultima volta il torrente, sempre su un ponte, per poi risalire la collina per l’ultima parte e tornare al punto di partenza.