Un percorso prevalentemente boschivo che include alcune delle bellezze che il territorio di Castel D’Aiano ha da offrire: La zona con la Casa delle Fate e l’Urlo di Munch e l’imponente complesso di Torre Jussi.
In inverno questa zona è spesso appena sopra le nuvole, quindi ideale per chi vive nella Padania e vuole sfuggire alla nebbia.
Il percorso parte da un ampio parcheggio di Villa D’Aiano. Per prima cosa seguiamo un breve tratto del sentiero degli Ontani che costeggia il Rio dei Canali. Lungo questo, le giocose cascate sono particolarmente suggestive. Attraversiamo il torrente per mezzo di un ponte e poco dopo lasciamo le case. Da qui si sale parecchio attraverso tratti di bel bosco, interrotto di tanto in tanto da una prateria. Con un po’ di fortuna qui si può vedere caprioli.
Arrivati in cima a questa prima salita, arriviamo al monumento dedicato al PFC John D. Magrath. Siamo ormai vicini al trincee di quota 913. Da questo punto parte il percorso per seguire un itinerario lungo questo tratto della Linea Gotica (LG). Noi invece continuiamo la nostra camminata verso Torre Jussi e proseguiamo su un sentiero piuttosto agevole attraversando un bel pezzo di bosco con castagne secolari sparse qua e là. Vediamo un’area picnic e poco dopo si arrivaa Torre Jussi.
Torre Jussi.
La località prende il nome dalla famiglia Jussi, antica cassata bolognese, alla quale apparteneva già nel ‘700. L’edificio principale risale al ‘600, ed è costituito da diversi corpi di fabbricati collegati ad una massiccia Torre che presenta pregevoli finestre in arenaria. Nel 1960 Il complesso è pervenuto per lascito testamentario alla Soprintendenza di Bologna che ha curato vari interventi di restauro e manutenzione.
Vale la pena passeggiare tra i vari edifici di questo complesso e dare un’occhiata qua e là all’interno. Percorriamo Serra Sarzana e incrociamo la strada provinciale 623 del Passo Brasa. Iniziamo ora una seconda salita, quella del Monte della Spe. Nella prima parte di questo tratto seguiamo un torrente che scorre attraverso un piccolo canyon. Le numerose felci sono molto evidenti qui.
Anche in cima al Monte della Spe si trova una zona trincea. Lo lasciamo un’altra volta per quello che è e proseguiamo direttamente in direzione di Castel D’Aiano. Continuiamo a camminare attraverso pezzi di foresta fino a raggiungere questo villaggio. Percorriamo il bordo del paese dove passiamo un locale con Bar/Tavola Calda e un parco con area picnic e acqua potabile.
Usciamo dal paese su Via Villa ma presto svoltiamo su un sentiero forestale. Attraversiamo ora un tratto un po’ più umido dove troviamo spesso felci Lingua di Cervo. Camminare lungo questo tratto può quindi essere un po’ più impegnativo nella stagione delle piogge. Seguiamo questo bel sentiero fino a raggiungere un bivio dove seguiremo le indicazioni per la Casa delle Fate. Iniziamo ora l’ultima salita del nostro percorso e passiamo alcuni fenomeni naturali molto suggestivi: La Casa delle Fate, la Tana dell’uomo selvatico, il Picco del Falco e l’Urlo di Munch.
La Casa delle Fate
La zona detta delle Grotte delle Fate presenta un singolare esempio di morfologie dovute alla degradazione meteorica. Queste forme alveolari, conosciute anche col nome di tafoni, si sviluppano di solito su pareti verticali in rocce di natura arenacea, come nel nostro caso. Alla base del fenomeno vi sono diverse cause concomitanti. L’acqua (sia quella delle precipitazioni meteoriche, sia quella dovuta alla condensazione) conduce una decalcificazione della roccia, quindi alla perdita di una parte del cemento calcareo che ne tiene uniti i granuli. In aggiunta a questa azione di tipo chimico, anche le variazioni termiche giornaliere o stagionali, con l’alternanza di caldo e freddo, comportano il distacco dei granuli (azione di tipo fisico). Dall roccia, cosi degradata, si genera una sabbia e un fattore di evoluzione aggiuntivo è rappresentato dall’azione del vento che muovendo questi granuli in modo vorticoso, impartisce una vera e propria abrasione di tipo meccanico. Questi sono in sostanza i principali fattori che conducono allo sviluppo di tali strutture, che possono variare dal punto di vista dimensionale passando dagli alveoli di pochi centimetri fino a incavi e nicchie di 1-2 m di diametro. Si vengono così a creare forme insolite e affascinanti scolpite nelle pareti che, nelle forme più spettacolari, possono giungere a diverse decine di metri di larghezza e di altezza. Strutture analoghe si possono rinvenire nel nostro Appennino nella rupe di Soprasasso di Vergato e a Carviano (Grizzana).
La Tana dell’Uomo Selvatico.
Questa grotta non è esplorabile senza l’accompagnamento di guide speleologiche, me è comunque possibile entrare nella prima stanza, per un profondità di 8-10m
Picco del Falco.
Dalla vetta chiamata Picco del Falco si ammira uno splendido panorama sulle valli di Villa D’Aiano e del fiume Panaro.
L’Urlo di Munch
Il gioco di luci e ombre che ricorda al famoso quadro l’urlo di Munch è visibile sulla parete rocciosa in condizioni particolari di luce. Dipende quindi dall’altezza del sole durante il giorno e dal grado di copertura vegetale durante le stagioni.
Il comune di Castel D’Aiano ha apprezzato questa bellissima zona e ha posizionato su questo tratto alcuni tavoli da picnic, fatto che invita a prendersi un momento di pausa in questo ambiente suggestivo.
Dopo questo scendiamo e superiamo un breve tratto che abbiamo già passato prima e poi torniamo a Villa D’Aiano attraverso altri bei sentieri forestali.
Poco prima di tornare al punto di partenza, passiamo davanti all’Albergo Ristorante Gea. Secondo le recensioni, questo dovrebbe essere un buon posto per concludere la giornata con una bella cena.